La mia debolezza mi è cara. Tengo alla mia imperfezione quanto alla mia ragion d'essere
C'è poco da contestare all'imperfezione, poco da recriminarle. A me piace sguazzarci, andando controcorrente come fanno i salmoni, cercando di evitare la deriva della spontaneità. La mia meta è un luogo dove essere imperfetti significa lasciar cadere ogni catena e dove si rincorrono sentimenti, piuttosto che smanie di perfezionismo.
Questa introduzione è il modo migliore per presentarvi la mia versione imperfetta di crostata. Imperfetta perché non serve un righello per le strisce, né un metro per i centimetri da calcolare. E' una frolla croccante, profumata di limone e vaniglia, che ho deciso di farcire con una confettura di polpose albicocche. Poi, di queste albicocche, ne ho preso una manciata, ne ho ricavato delle fettine che ho rosolato in padella con un po' di zucchero per brunire la superficie.
Questa è la versione classica, senza lievito a ingentilirne la fragranza.
CROSTATA IMPERFETTA DI ALBICOCCHE
INGREDIENTI
250 gr di Confettura di albicocche
250 gr di farina 00
1 uovo + 1 tuorlo
vaniglia
scorza di limone
120 gr di zucchero semolato
120 gr di burro
PROCEDIMENTO
Impastate il burro freddo a pezzetti con lo zucchero, poco dopo profumate con la vaniglia e la scorza di limone e incorporate la farina.
Non appena l'impasto assume un aspetto simile alla sabbia, unite l'uovo intero e il tuorlo. Non appena gli ingredienti risultano ben amalgamati (la frolla non va maneggiata a lungo), provvedete a formare una pallina e a coprirla con della pellicola trasparente. A questo punto, riponete in frigo per circa 30 minuti, affinché il burro riconquisti solidità e dia struttura all'impasto.
Fra due fogli di carta da forno, abbiate cura di stendere l'impasto senza romperlo aiutandovi con un po' di farina. Modellate la frolla su uno stampo di circa 24 cm, farcite con la confettura e decorate con tutta l'imperfezione che conoscete, perché vi assicuro, che sarà buonissima comunque.
Infornate a 200° per circa 25/30 minuti, controllando di tanto in tanto la cottura, cercando di ottenere la giusta doratura.
Inutile dirvi che è meglio se la mangiate in compagnia di qualcuno pieno di imperfezioni.
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