"E così fu l'eritreo..."
Era da tempo che volevo provare qualcosa di etnico che non fosse il solito cibo indiano o cinese...
dopo svariate ricerche del ristorante più adatto, mi imbatto in una bettola con su scritto "Zara 2001" (specialità eritree e vietnamite)...
Tutto mi sembra promettere bene: dai quadri alle pareti che inneggiano alle donne coperte da capo a piedi; all'inquietante e dominante presenza maschile; e, infine, al lerciume caratteristico dei posti dove si fanno le migliori mangiate...
Dopo aver guardato gli occhi perplessi delle mie compagne d'avventura, decidiamo di sederci e cominciamo a disquisire sul menu...ovviamente fosse per me ordinerei tutto, tanto i nomi sono impronunciabili, non conosco neanche un piatto tipico e la fame ottunde le mie capacità di discernimento....
Tibsi, Dehro, Zighinì, Kitfo...non sono parolacce...ma sono le squisite pietanze proposte dal ristorante e che vengono servite su un enorme piatto colorato, pieno di Njera (delle crepes molto spugnose) che assorbono le salsette speziate che condiscono i piatti di carne.
La cosa incredibilmente bella che ti rimane impressa è il senso di libertà di poter mangiare con le mani, il richiamo ad uno slancio primitivo,come se non ci fossimo mai dimenticati i nostri istinti primordiali...
Ciò che riporto di seguito è la ricetta delle famose Njera...la scelta di proporti questa preparazione è dettata dalla versatilità di questo pane...
Sta a te decidere per un letto di Njera che faccia da spugna per piatti di carne particolarmente ricchi di salse oppure farcirla come una semplice crepes dolce o salata.
Impasta:
500 gr di farina 00
5oo gr di farina gialla di mais (quella da polenta)
250 gr di semola di grano duro
25 gr di lievito
1 bicchiere d'acqua
Copri e fai riposare a temperatura ambiente 3 giorni se inverno, 2 se estate. Lavorare l'impasto fermentato con acqua sufficiente a farlo diventare fluido - circa 3 bicchieri. Scaldare una padella antiaderente e versare a filo il composto, uno strato di 3-4 millimetri, come per una crepe. Quando inizia a rapprendere devono comparire le bollicine che danno la caratteristica consistenza spugnosa al pane. Copri e lascia cuocere per circa 3 minuti, evitando che prenda colore. Lascia raffreddare su un canovaccio evitando di sovrapporre le Njera finche' non sono fredde.
....Buon appetito...
English version
It was a long time that I wanted to try something that was not the usual ethnic Indian or Chinese food ...
after much research of the restaurant best suited, I run into a tavern with the words "Zara 2001 (Eritrean and Vietnamese specialities) ...
Everything seems promising...we decided to sit down and begin to quibble about the menu ... of course I had my order everything, so the names are unpronounceable, do not even know a dish and hunger dulls my discernment ....
Tibs, Dehra, Zighinì, Kitfo ... no swearing ... but it's the delicious meals in the restaurant and are served on a huge flat-colored, full of Njeri (very spongy crepes) which absorb the spicy seasoned cream of meat dishes.
The incredibly beautiful thing that remains imprinted is the sense of freedom to eat with your hands, the call to a primitive impulse, as if we never forgot our instincts ...
What below is the recipe of the famous ... Njeri propose the choice of this preparation is dictated by the versatility of this bread ...
It's up to you to decide on a bed of Njeri forming the sponge-rich meat sauces, or as just a sweet or savory crepes.
Dough:
500 grams of flour 00
5oo grams of yellow corn flour (the polenta)
250 grams of durum wheat
25 g yeast
1 cup water
Cover and let stand at room temperature 3 days in winter, 2 in summer. Knead the dough with enough water to make it smooth - about 3 cups. Heat a frying pan and pour in the mixture, a layer of 3-4 mm, like a crepe. When it begins to thicken must appear in the bubbles that give the characteristic spongy texture to bread. Cover and cook for about 3 minutes, avoiding taking color. Let cool on a towel and avoid overlap until Njeri 'are not cold.
.... Bon appetit ...
dopo svariate ricerche del ristorante più adatto, mi imbatto in una bettola con su scritto "Zara 2001" (specialità eritree e vietnamite)...
Tutto mi sembra promettere bene: dai quadri alle pareti che inneggiano alle donne coperte da capo a piedi; all'inquietante e dominante presenza maschile; e, infine, al lerciume caratteristico dei posti dove si fanno le migliori mangiate...
Dopo aver guardato gli occhi perplessi delle mie compagne d'avventura, decidiamo di sederci e cominciamo a disquisire sul menu...ovviamente fosse per me ordinerei tutto, tanto i nomi sono impronunciabili, non conosco neanche un piatto tipico e la fame ottunde le mie capacità di discernimento....
Tibsi, Dehro, Zighinì, Kitfo...non sono parolacce...ma sono le squisite pietanze proposte dal ristorante e che vengono servite su un enorme piatto colorato, pieno di Njera (delle crepes molto spugnose) che assorbono le salsette speziate che condiscono i piatti di carne.
La cosa incredibilmente bella che ti rimane impressa è il senso di libertà di poter mangiare con le mani, il richiamo ad uno slancio primitivo,come se non ci fossimo mai dimenticati i nostri istinti primordiali...
Ciò che riporto di seguito è la ricetta delle famose Njera...la scelta di proporti questa preparazione è dettata dalla versatilità di questo pane...
Sta a te decidere per un letto di Njera che faccia da spugna per piatti di carne particolarmente ricchi di salse oppure farcirla come una semplice crepes dolce o salata.
Impasta:
500 gr di farina 00
5oo gr di farina gialla di mais (quella da polenta)
250 gr di semola di grano duro
25 gr di lievito
1 bicchiere d'acqua
Copri e fai riposare a temperatura ambiente 3 giorni se inverno, 2 se estate. Lavorare l'impasto fermentato con acqua sufficiente a farlo diventare fluido - circa 3 bicchieri. Scaldare una padella antiaderente e versare a filo il composto, uno strato di 3-4 millimetri, come per una crepe. Quando inizia a rapprendere devono comparire le bollicine che danno la caratteristica consistenza spugnosa al pane. Copri e lascia cuocere per circa 3 minuti, evitando che prenda colore. Lascia raffreddare su un canovaccio evitando di sovrapporre le Njera finche' non sono fredde.
....Buon appetito...
English version
It was a long time that I wanted to try something that was not the usual ethnic Indian or Chinese food ...
after much research of the restaurant best suited, I run into a tavern with the words "Zara 2001 (Eritrean and Vietnamese specialities) ...
Everything seems promising...we decided to sit down and begin to quibble about the menu ... of course I had my order everything, so the names are unpronounceable, do not even know a dish and hunger dulls my discernment ....
Tibs, Dehra, Zighinì, Kitfo ... no swearing ... but it's the delicious meals in the restaurant and are served on a huge flat-colored, full of Njeri (very spongy crepes) which absorb the spicy seasoned cream of meat dishes.
The incredibly beautiful thing that remains imprinted is the sense of freedom to eat with your hands, the call to a primitive impulse, as if we never forgot our instincts ...
What below is the recipe of the famous ... Njeri propose the choice of this preparation is dictated by the versatility of this bread ...
It's up to you to decide on a bed of Njeri forming the sponge-rich meat sauces, or as just a sweet or savory crepes.
Dough:
500 grams of flour 00
5oo grams of yellow corn flour (the polenta)
250 grams of durum wheat
25 g yeast
1 cup water
Cover and let stand at room temperature 3 days in winter, 2 in summer. Knead the dough with enough water to make it smooth - about 3 cups. Heat a frying pan and pour in the mixture, a layer of 3-4 mm, like a crepe. When it begins to thicken must appear in the bubbles that give the characteristic spongy texture to bread. Cover and cook for about 3 minutes, avoiding taking color. Let cool on a towel and avoid overlap until Njeri 'are not cold.
.... Bon appetit ...
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